23 giugno 2003

 

Sweet Home Teheran

Mi è stato chiesto di dare una mano a diffondere il messaggio. Lo faccio perchè queste voci non restino inascoltate! Il messaggio è stato ripreso da:sinistro.ilcannocchiale.it

A chi è rivolto questo appello.



Questo appello viene rivolto innanzi tutto ai blogger italiani. Se mi aiutate, esso verrà poi fatto conoscere a tutte le persone interessate, sperando di coinvolgere anche organi di informazione e associazioni importanti.
Viene rivolto ai blogger, perché credo sia una categoria di persone molto vivace e nella maggior parte dei casi senza puzza sotto il naso e senza pregiudizi, che caratterizzano spesso i mezzi di informazione principali e i nostri partiti politici.
Viene rivolto agli italiani, perché vivo in Italia, ma non deve per forza essere circoscritto al nostro paese, per adesso tuttavia pensiamo a noi.
Credo sia ora di dimostrare che anche in Italia ci sono persone in grado di sfruttare il Web e che il Web è diventato un medium potente e in grado di smuovere le coscienze, che non serve solo a trasmettere virus e catene di S. Antonio via e-mail.

Non lasciamoli soli.

Come voi tutti sicuramente saprete, da ormai più di una settimana gli studenti iraniani combattono la loro battaglia per la libertà. Combattono a mani nude , come è già stato scritto da Massimo Gramellini su La Stampa. “Eppure - continua Gramellini - l’opinione pubblica europea non si scuote, gli eserciti della Pace non sfilano in massa sotto le ambasciate di Teheran.”
Con questo pezzetto di Word mi rivolgo a voi perché le parole di Massimo Gramellini vengano disattese. Quello che spero è che questo appello si trasformi in un grido che dalla rete si diffonda e attraversi le coscienze di tutti. Se io riuscirò a coinvolgervi, avrò fatto metà del lavoro, e allora non sarà un’utopia vedere sfilare qualche migliaia di persone sotto le ambasciate di Teheran. E non sarà improbabile che accanto a chi aveva messo, o ha ancora, una bandiera della pace a sventolare dal suo balcone, manifesti anche chi invece aveva in testa molti se e molti ma.
Dobbiamo fare sentire loro che non sono soli, e questo lo dobbiamo fare prima che i partiti si schierino, prima che sinistra e destra parlamentari ci dividano per l’ennesima volta. Sbattetevene della destra e della sinistra. Questa è una lotta per la libertà, è una lotta per la vita e loro, laggiù in Iran, se la meritano come se la meritano tutte le persone di questo mondo.
Se vi sembra giusto manifestare per gli studenti di Teheran, accogliete questo mio appello: parlatene. Informatevi e parlate di ciò che accade in questi giorni in Iran e linkate chi ne parla. Se siete d’accordo con la mia iniziativa fate un articolo (anche copiando questo testo) e intitolatelo: Sweet home Teheran.


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